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sabato 23 febbraio 2013

DUTCH SHULTZ





Arthur Simon Flegenheimer  (Dutch Shultz)


nacque nel Bronx (New York, 6 agosto 1902) da una povera famiglia di emigranti ebrei provenienti dalla Germania e soprannominato «l'olandese». Il padre di Flegenheimer abbandonò la famiglia quando lui era ancora bambino; fu in questo periodo che Flegenheimer abbandonò la scuola e si unì alle gang di microcriminalità minorile nel Bronx, venendo condannato nel 1919 a diciassette mesi di riformatorio per furto con scasso, tentando più volte di evadere. Dopo il suo rilascio, Flegenheimer venne conosciuto con il soprannome di "Dutch Schultz" dai suoi compagni per via dei suoi modi violenti e brutali.
Nel 1920 Schultz passò al servizio del gangster ebreo Arnold Rothstein insieme a Lucky Luciano, Frank Costello, Meyer Lansky, Bugsy Siegel e Jack "Legs" Diamond, con cui si occupò del contrabbando di alcolici e stupefacenti. Nel 1928 Schultz si mise in proprio, lavorando con il gangster Joey Noe, proprietario di uno "speakeasy" nel Bronx, che divenne ben presto il migliore amico di Schultz, il quale costringeva i clienti con la violenza a comprare i loro alcolici. Insieme a Joey Noe e ai suoi nuovi soci, Vincent "Mad Dog" Coll e Abe "Bo" Weinberg, Schultz spostò la sua vendita di alcolici a Manhattan, dove entrò in diretta concorrenza con il suo ex socio irlandese Legs Diamond.


Il 15 ottobre 1928, Joey Noe, braccio destro di Schultz, venne ucciso su ordine di Diamond. Schultz allora ordinò l'uccisione di un socio di Diamond per rappresaglia. Infine nel 1931 Diamond venne assassinato dai killer dello stesso Schultz. Nel frattempo Vincent Coll rubò alcuni carichi di alcolici di Schultz e ciò causò un conflitto con un certo numero di morti in entrambi i campi. La rivalità durò finché Coll venne ucciso nel 1932 in una cabina telefonica dagli uomini di Schultz, che gli spararono a colpi di mitragliatrice Thompson.




Con la fine del Proibizionismo, Schultz spostò i suoi affari illeciti ad Harlem, associandosi al mafioso siciliano Ciro Terranova e ottenendo con la violenza il controllo di numerosi racket: le lotterie clandestine, le scommesse sui cavalli e lo sfruttamento della prostituzione. Schultz impone anche il pagamento della "protezione" ai commercianti della zona e coloro che si rifiutano venivano sfregiati con il vetriolo.
Il procuratore speciale Thomas E. Dewey cercò d'incastrare Schultz per evasione fiscale (come Al Capone), in due processi, il 29 aprile 1935 a Syracuse e il 2 agosto nella località di Malone; Dutch Schultz in entrambi procedimenti venne assolto e proporrà l'uccisione del procuratore Dewey alla «Commissione», l'organismo che governa gli affari illeciti del "Sindacato nazionale del crimine": però la proposta venne rifiutata dagli altri capi, che ritenevano che questa soluzione poteva danneggiare i loro affari; Schultz era furioso, sostenendo che la Commissione cercava di rubare i suoi affari consegnandolo alla legge e decise di fare da solo. Per queste ragioni la Commissione commissionò l'omicidio di Schultz alla Murder, Inc., il gruppo di killer italiani ed ebrei guidati dal gangster Lepke Buchalter: il 23 ottobre 1935 a Newark, nella periferia di New York, alle ore 22.30 di sera, Dutch Schultz, il contabile Otto Berman e i suoi guardaspalle Abe Landau e Lulu Rosenkrantz, nel night club Palace Chop House vengono colti di sorpresa da nove sicari; Schultz in quell'istante si trova a gabinetto, apre le semiporte girevoli e viene colpito con tre colpi, due al torace e uno alla schiena. Berman e Landau muoiono sul colpo, Rosenkrantz spira dopo ore di agonia, Schultz muore dopo 20 ore, il 24 ottobre 1935.



Dutch Schultz morto




Poco prima della sua morte, temendo di essere incarcerato da Dewey, Schultz ha nascosto 7 milioni in contanti e titoli in una cassaforte seppelita in una locaità segreta. La cassaforte non è mai stata recuperata (Lucky Luciano la cercò invano per anni).
I cacciatori di tesori si incontrano annualmente in Catskills per cercare la cassaforte (si veda il film documentario : Alla ricerca del tesoro perduto di Dutch Schultz).








DOCUMENTI

venerdì 22 febbraio 2013

SALVATORE MARANZANO






Salvatore Maranzano

nacque a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, il 31 luglio 1886. Da giovane studiò in seminario ma si ritirò presto, venendo affiliato nella cosca mafiosa locale e sposando Elisabetta Minore, figlia di un boss mafioso trapanese.
Nel 1927 Maranzano fuggì in Nordamerica a causa delle persecuzioni contro i mafiosi in Sicilia attuate dal «prefetto di ferro» Cesare Mori; giunto a New York, si stabilì nella comunità di immigrati siciliani che abitavano a Brooklyn, dove era attiva una cosca di compaesani castellammaresi guidata dal mafioso Nicola Schiro, alla quale Maranzano si unì. Durante il Proibizionismo, Maranzano installò una grande distilleria illegale di alcol nella contea di Dutchess, che divenne una delle più grandi dello Stato di New York.
Nel 1930 Joe Masseria, boss della Famiglia Morello, ricattò Nicola Schiro a fine di estorsione, imponendo un'alta tangente da pagare perché la cosca castellammarese stava diventando troppo potente e si era alleata con il suo acerrimo nemico Salvatore D'Aquila, boss di un'altra cosca a Brooklyn ucciso nel 1928; Schiro pagò la tangente e poi sparì, lasciando Maranzano a capo della sua cosca.
Maranzano allora iniziò ad invadere il territorio di Joe Masseria, dirottando i camion carichi di alcolici e distruggendo le birrerie illegali di sua proprietà. Invece Masseria rispose facendo assassinare il suo alleato Gaetano Reina, che credeva lo stesse tradendo con Maranzano, ed altri mafiosi alleati alla cosca castellammarese, scatenando la cosiddetta «Guerra castellammarese», che terminò il 15 aprile 1931, quando Joe Masseria venne assassinato su ordine del suo alleato Lucky Luciano, che lo tradì con Maranzano.


Uscito vittorioso dal conflitto, Maranzano convocò un incontro a Chicago ospitato da Al Capone, in cui celebrò la vittoria e si fece eleggere «capo dei capi»; furono invitati i boss di tutte le Famiglie degli Stati Uniti per rendere omaggio al loro nuovo leader. Maranzano però considerava pericolosi Lucky Luciano insieme ai suoi alleati non-siciliani Vito Genovese, Joe Adonis, Frank Costello, Al Capone e Dutch Schultz, decidendo in segreto di farli assassinare; infatti assunse il killer Vincent "Mad Dog" Coll per eliminare Luciano e Genovese per primi. Il 10 settembre 1931 Maranzano convocò Luciano e Genovese nel suo ufficio immobiliare a Park Avenue ma, al loro posto, si presentarono quattro killer ebrei travestiti da agenti del Fisco, i quali pugnalarono Maranzano e lo finirono a colpi di pistola; in realtà i killer ebrei erano stati assoldati dal gangster Meyer Lansky, socio di Luciano, e trovarono nell'ufficio anche il mafioso siciliano Gaetano Lucchese, che si era accordato con Luciano per condurre i killer ebrei a Maranzano.



In seguito alla morte di Maranzano, la cosca castellammarese venne rilevata dal boss Joseph Bonanno e divenne nota come Famiglia Bonanno.
Salvatore Maranzano è seppellito al Saint John's Cemetery nel Queens di New York, curiosamente vicino alle tombe di Luciano e Genovese









lunedì 18 febbraio 2013

FRANK COSTELLO





Frank Costello

pseudonimo di Francesco Castiglia (Lauropoli, 26 gennaio 1891 – New York, 18 febbraio 1973), è stato un criminale italiano naturalizzato statunitense, legato a Cosa Nostra americana, che fu soprannominato «primo ministro della malavita» dalla stampa statunitense.

Frank Costello con i genitori
















Nacque a Lauropoli, frazione di Cassano all'Ionio, in provincia di Cosenza, il 26 gennaio 1891. Nel 1895 Castiglia emigrò negli Stati Uniti d'America con la madre e la sorella per unirsi al padre Luigi, che si era trasferito a New York nel 1893, e tutta la famiglia si stabilì nel quartiere di East Harlem. Fu qui che Castiglia entrò in contatto con piccole bande di microcriminalità minorile, venendo arrestato una prima volta nel 1908 per aggressione e rapina, ma fu rilasciato perché le accuse furono ritirate; nel 1912 venne nuovamente arrestato per rapina ma le accuse decaddero e tornò in libertà. Castiglia disse alla polizia di chiamarsi Frank Costello nel tentativo di nascondere che era già stato arrestato.
Il primo arresto
Nel marzo 1915 Costello venne arrestato per possesso di un'arma illegale e venne condannato a undici mesi di carcere. Dopo la sua scarcerazione, Costello sposò una ragazza ebrea di nome Lauretta Giegerman ed entrò in contatto con i gangster Lucky Luciano, Meyer Lansky e Joe Adonis, iniziando così ad occuparsi del gioco d'azzardo e dello sfruttamento della prostituzione a Manhattan. Nel 1919 Costello, insieme con il suo socio Henry Horowitz, creò la Horowitz Novelty Company, una società per la produzione di bambole di plastica e lamette da barba che in realtà serviva principalmente per produrre slot-machines destinate alle bische.
Nel 1920 Costello passò al servizio del gangster ebreo Arnold Rothstein insieme a Lucky Luciano, Meyer Lansky, Bugsy Siegel, Dutch Schultz e Jack "Legs" Diamond, con cui si occupò del contrabbando di alcolici e stupefacenti. Nel 1924 Costello si associò anche ai gangster Owney Madden e William Dwyer, che guidavano una banda criminale irlandese nel quartiere di Hell's Kitchen. Fu in questo periodo che Costello divenne noto come «primo ministro della malavita» per via dei suoi legami politici con la Tammany Hall, l'organizzazione del partito democratico a New York, con cui assicurava protezione politica alle sue attività illecite e a quelle dei suoi soci. Nel maggio 1929 Costello, insieme a Luciano e a Joe Adonis, era presente ad un incontro ad Atlantic City, a cui parteciparono gangster italiani ed ebrei, che concordarono strategie comuni per una divisione del contrabbando di alcolici e gettarono le basi per la creazione di un «Sindacato nazionale del crimine».
Nel 1931, dopo l'uccisione dei boss Joe Masseria e Salvatore Maranzano, (guerra castellammarese) Costello divenne il più stretto collaboratore di Luciano, che lo affiliò nella sua nuova «Famiglia», nominandolo consigliere e affidandogli il controllo del gioco d'azzardo a Manhattan; nel 1933 però Fiorello La Guardia, neoeletto sindaco di New York, applicò un giro di vite al gioco d'azzardo, facendo sequestrare e distruggere gran parte delle slot-machines di Costello, il quale le trasferì a New Orleans con l'approvazione di Carlos Marcello, boss mafioso locale, e con la corruzione di Huey P. Long, governatore della Lousiana.
Nel 1936 Luciano venne arrestato per sfruttamento della prostituzione e condannato dai dai trenta ai cinquant'anni di carcere, continuando a gestire la sua Famiglia anche dalla prigione attraverso il suo luogotenente Vito Genovese; però nel 1937 Genovese dovette fuggire dagli Stati Uniti per evitare un'accusa di omicidio e così Costello divenne il nuovo capo effettivo e supervisore degli interessi di Luciano: grazie all'appoggio di Joe Adonis, Anthony Carfano e Michael Coppola, capidecina della Famiglia a lui fedeli, Costello controllava le slot-machines a New Orleans e in Florida attraverso Carlos Marcello e Meyer Lansky e altri racket a Los Angeles attraverso il gangster Bugsy Siegel. Infine nel 1946 Luciano venne espulso dagli Stati Uniti e così Costello divenne il boss della Famiglia, nominando il cugino Willie Moretti vicecapo.















Nel 1951 Costello venne interrogato dalla commissione d'inchiesta sul crimine organizzato negli Stati Uniti del senatore Estes Kefauver, le cui udienze andarono in onda alla televisione; nello stesso anno però Willie Moretti venne assassinato su ordine della «Commissione» perché si diceva stesse parlando troppo dinanzi la Commissione Kefauver; in realtà l'omicidio venne istigato da Vito Genovese, che aveva deciso di ristabilire il suo dominio in seno alla Famiglia danneggiando Costello. Rifiutandosi di rispondere ad alcune domande della Commissione Kefauver, Costello venne accusato di oltraggio alla corte e condannato a diciotto mesi di carcere; nel 1954 venne condannato a cinque anni per evasione fiscale, scontando però solo un anno perché la sentenza venne annullata. Nel 1957 Costello venne nuovamente arrestato per evasione fiscale ma venne scarcerato su cauzione; però il 2 maggio 1957 subì un agguato da parte di Vincent Gigante, killer di Genovese, che gli sparò alla testa mentre camminava verso l'ascensore nell'atrio del suo appartamento di Manhattan: Costello riuscì a salvarsi perché venne colpito di striscio e decise di cedere il comando della sua Famiglia a Genovese, ritirandosi a vita privata.
Frank Costello morì il 18 febbraio 1973 per un attacco cardiaco all'età di 82 anni.