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sabato 11 maggio 2013

CARLO GAMBINO






Carlo Gambino, chiamato anche Charles Gambino (Palermo, 24 agosto 1902 – Massapequa (New York), 15 ottobre 1976), è stato un criminale italiano, legato a Cosa Nostra americana.
All'età di diciotto anni, venne affiliato alla cosca mafiosa di Passo di Rigano, di cui già facevano parte il padre e lo zio.
Nel 1921 Gambino si trasferì clandestinamente negli Stati Uniti d'America per raggiungere lo zio Giuseppe Castellano, fratello di sua madre che viveva a Brooklyn con la sua famiglia; fu qui che Gambino si unì alla cosca guidata dal mafioso siciliano Salvatore D'Aquila, venendo coinvolto nel contrabbando di alcolici. Dopo la «Guerra castellammarese», Gambino venne nominato capodecina dal nuovo capo Vincent Mangano, introducendo nella Famiglia il cugino Paul Castellano, che lavorò alle sue dipendenze. Nel 1932 sposò sua cugina Caterina Castellano, con cui ebbe tre figli e una figlia.
Nel 1937 Gambino venne arrestato e condannato per evasione fiscale poiché era considerato pericoloso dalle autorità perché controllava numerose attività illecite, scontando però soltanto ventidue mesi di carcere perché gli venne concessa la sospensione condizionale della pena. Nel 1951 il comando della Famiglia passò al boss Albert Anastasia, che aveva fatto sparire Vincent Mangano e fatto uccidere suo fratello Philip; fu in questo periodo che Gambino si associò con Vito Genovese, vicecapo della Famiglia di Frank Costello: il loro scopo era quello di eliminare Costello e Anastasia per rilevarne le rispettive Famiglie.



Nel 1957 Gambino fu nominato vicecapo da Anastasia, che aveva fatto eliminare il suo predecessore Frank Scalice. Poco tempo dopo Frank Costello venne ferito di striscio da un killer di Genovese e decise di cedergli il comando della Famiglia; infine Gambino e Genovese decisero l'omicidio di Anastasia, che venne ucciso da due killer mentre si trovava dal suo barbiere, ed organizzarono un incontro ad Apalachin, nello Stato di New York, a cui parteciparono i rappresentanti di tutte le Famiglie degli Stati Uniti per discutere sulla successione di Gambino nel comando della Famiglia di Anastasia e di Genovese nel comando di quella di Costello, ma la riunione fu scoperta dalla polizia locale, che fermò parte dei partecipanti, compreso Gambino, che però venne subito rilasciato perché non avevano prove per trattenerlo.
Dopo aver ottenuto il controllo della Famiglia, Gambino scelse Joseph Biondo come vicecapo ed attraverso lui controllava il traffico di stupefacenti e il gioco d'azzardo. Nel 1962 Thomas, figlio primogenito di Gambino, sposò Frances Lucchese, figlia di Gaetano "Tommy" Lucchese, il capo dell'omonima Famiglia di New York: il legame parentale tra le due Famiglie mafiose portò ad una ripartizione delle estorsioni e dei furti all'interno dell'aeroporto di Idlewild; inoltre Gambino acquistò numerose pizzerie, ristoranti e imprese di costruzioni per riciclare il denaro sporco e facilitare le attività illecite, controllando anche i sindacati del porto di Brooklyn attraverso i suoi capidecina, che consentivano furti ed estorsioni ai danni dei portuali e delle navi nel porto.
Nel 1963 Joseph Bonanno, capo dell'omonima Famiglia, e Joseph Magliocco, capo della Famiglia Profaci, consideravano pericolosi Gambino e Lucchese perché avevano appoggiato i fratelli Gallo, acerrimi nemici di Magliocco, ed incaricarono il mafioso Joseph Colombo di assassinarli; Colombo però preferì informare Gambino e Lucchese, che portarono Bonanno e Magliocco dinanzi la «Commissione», che li costrinse a ritirarsi a vita privata e a cedere il comando delle loro rispettive Famiglie, mentre Colombo ricevette per premio il comando della Famiglia Profaci. Infine nel 1965 Gambino retrocesse Biondo per irregolarità da lui commesse e scelse Aniello Dellacroce come nuovo vicecapo e nel 1967 supportò Carmine Tramunti come nuovo capo della Famiglia Lucchese dopo il ritiro di Gaetano Lucchese.
Nel 1969 Gambino venne arrestato per aver organizzato numerose rapine a mano armata ai danni di alcuni camion e l'anno successivo venne accolto un ordine per la sua espulsione dagli Stati Uniti, che però non venne applicato perché i medici di Gambino attestarono che il loro paziente aveva gravi problemi di salute e quindi non era in grado di compiere quel viaggio. Nel 1972 Gambino ordinò l'omicidio di Thomas Eboli, capo della Famiglia Genovese che si era rifiutato di restituirgli un finanziamento di quattro milioni di dollari per un traffico di stupefacenti scoperto dalla polizia; inoltre nel 1972 Emanuel Gambino, uno dei suoi nipoti, venne rapito a scopo di estorsione ed in seguito ucciso: Gambino ordinò l'eliminazione del malavitoso James McBratney, uno dei probabili rapitori del nipote, e nel 1974 tentò di fare avvelenare un altro rapitore in carcere, che però riuscì a sopravvivere al veleno.


In seguito a problemi di salute, Gambino si ritirò nella sua tenuta di Massapequa, nello Stato di New York, continuando a dirigere la sua Famiglia attraverso il cognato e cugino Paul Castellano, che venne da lui indicato come suo "successore" a svantaggio del vicecapo Aniello Dellacroce.
Carlo Gambino morì nella sua tenuta di Massapequa il 15 ottobre 1976, per un attacco di cuore all'età di 74 anni, mentre guardava alla televisione una partita dei New York Yankees. Fu seppellito al Saint John's Cemetery nel Queens, accanto alla tomba della moglie Caterina, morta di cancro nel 1971.
Boss della famiglia Gambino 








venerdì 12 aprile 2013

FAMIGLIA GENOVESE

Giuseppe Morello









La Famiglia Genovese

, conosciuta anche con il nome di "Famiglia Luciano" è una delle cinque famiglie mafiose di New York che controlla le attività (criminali e non) della città e di altri stati d'America. La Famiglia Genovese è stata sin dalla sua fondazione una delle più potenti e temute famiglie mafiose di Cosa nostra americana.

Dagli esperti è stata soprannominata Ivy league e Rolls Royce della criminalità organizzata. Nel corso degli anni ha mantenuto rapporti di alleanza con tutte le "Famiglie" di Cosa Nostra, soprattutto con quelle di Cleveland, Boston, Buffalo e Filadelfia. Alla fine degli anni settanta, la "Famiglia" manipolò alcuni importanti membri della Famiglia di Filadelfia, convincendoli a ribellarsi e ad ordire l'omicidio del loro Boss Angelo Bruno, al fine di prendere il controllo del territorio e dei Casino di Atlantic City, controllati proprio dalla Famiglia Bruno di Filadelfia.
Nel corso degli anni si sono succeduti alla guida della Famiglia potenti boss del calibro di Lucky Luciano, Frank Costello, Vito Genovese, Thomas Eboli, Philip Lombardo, Vincent Gigante, Liborio Bellomo e Daniel Leo.

Le origini 

Nel 1919 scoppiò una faida tra Morello e la Famiglia di Salvatore D'Aquila di Brooklyn, chiamata in seguito Famiglia Gambino, sostenuta dal gangster Umberto Valenti, il quale venne assassinato nel 1922 su ordine di Joe Masseria, che divenne il nuovo boss della cosca per volere di Giuseppe Morello, che si riservò il titolo di consigliere. Durante il Proibizionismo, Masseria si associò con il gangster Lucky Luciano e i suoi soci non-siciliani Frank Costello, Vito Genovese e Joe Adonis per via dei loro stretti contatti con i contrabbandieri di alcolici ebrei e irlandesi. Però nel 1930 il potere di Masseria viene messo in pericolo da Salvatore Maranzano, potentissimo boss proveniente da Castellammare del Golfo.
Per tutelare i propri interessi, Masseria ordinò l'omicidio del boss Gaetano Reina, un suo alleato che sospettava di tramare con Maranzano: inizia così la famosa "guerra castellammarese". Maranzano rispose facendo assassinare Giuseppe Morello, il consigliere di Masseria.
Il 15 aprile 1931, Joe Masseria venne ucciso mentre pranzava con il suo alleato Lucky Luciano al ristorante Scarpato's di Coney Island, dai killer dello stesso Luciano che aveva organizzato l'omicidio assieme a Maranzano, che gli affidò gli affari del defunto Masseria. Infine Luciano fece assassinare anche Maranzano (settembre 1931) e rilevò la Famiglia di Masseria con la benedizione degli altri boss, formando la Commissione, che comprendeva non solo le Cinque famiglie di New York ma anche la Chicago Outfit di Al Capone e la potente Famiglia di Buffalo di Stefano Magaddino.

Il dominio di Lucky Luciano
LUCKY LUCIANO


Nella sua nuova Famiglia, Luciano nominò Vito Genovese suo vice, Frank Costello come consigliere e, come capidecina, Ciro Terranova, Joe Adonis, Settimo Accardi, Anthony Strollo, Anthony Carfano, Thomas Greco, Willie Moretti, Michael Coppola, Rocco Pellegrino, Ruggero Boiardo, Sam Cuffaro, James Angelina, Gaetano Ricci, John Biello, John De Noia.
La cosca con le sue attività illecite (estorsioni, scommesse, gioco d'azzardo, edilizia, appalti truccati, sindacati, usura, prostituzione, riciclaggio, contraffazione di banconote, traffico di narcotici ed altri racket) si espandeva non solo nello Stato di New York, ma anche in California, Florida, Connecticut, Nevada e a Cuba . Nel 1936, Lucky Luciano venne arrestato e condannato ad una pena che andava dai 30 ai 50 anni, assieme al suo soldato di fiducia Dave Petillo e ad altri sette affiliati della cosca, con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. Pur continuando a comandare dal carcere, Luciano nomina come reggente della Famiglia il suo vice Vito Genovese, con l'aiuto del consigliere Costello. Ma nel 1936 Genovese, accusato dell'omicidio di Ferdinand Boccia, un soldato della cosca, fu costretto a darsi alla latitanza e a fuggire in Italia. Luciano dal carcere affidò così la reggenza a Costello.




La leadership di Costello e la lotta con Genovese

FRANK COSTELLO
Frank Costello si occupava del lato finanziario e politico della famiglia. Fu soprannominato il "Primo Ministro della Malavita" per i suoi contatti con la politica, la magistratura e l'imprenditoria. Costello credeva molto nella diplomazia e nella disciplina, ed era aiutato nella conduzione della famiglia dal consigliere non ufficiale Meyer Lansky, il migliore amico di Lucky Luciano. Con il consenso di Luciano e in società con altri boss, finanziò la costruzione del primo casinò di Las Vegas. Le operazioni furono affidate a Meyer Lansky e a Bugsy Siegel.
Costello fu il reggente della famiglia, agli ordini di Luciano, per circa 10 anni fino al 1946, anno in cui lo stesso Luciano fu espulso dagli Stati Uniti e rimpatriato in Italia. Con l'uscita dalle scene di Luciano, Costello divenne il boss ufficiale. Ma, sempre nel 1946, Genovese fu estradato in America per essere processato. Con l'eliminazione dei potenziali testimoni e la corruzione dei vari giudici, Genovese fu assolto dall'accusa di omicidio. Genovese iniziò a tramare contro Costello per prenderne il posto.
Nel 1951 Willie Moretti, vicecapo della famiglia e fedelissimo di Costello venne assassinato in un ristorante di Fort Lee nel New Jersey, dai killer di Vito Genovese. Chiamato a dare delle spiegazioni a Costello, Genovese si disse estraneo all'omicidio e Costello decise di temporeggiare, per non scatenare una faida interna. Nel 1953 con l'espulsione in Italia di Joe Adonis, potente capodecina e suo sostenitore, la forza di Costello cominciò a diminuire. Nel 1957 Genovese si alleò con Carlo Gambino e Gaetano Lucchese, nuovo Boss della Famiglia Gagliano, per organizzare l'omicidio di Albert Anastasia, boss della Famiglia Mangano e potente alleato di Costello. Con la morte di Anastasia e il ritiro dalle attività mafiose di alcuni dei più potenti e fedeli capidecina di Costello, Genovese decise di eliminare Costello.
La sera del 2 maggio 1957, mentre stava rientrando nel suo appartamento con la moglie, Frank Costello venne ferito alla testa da un colpo di pistola sparato da un killer di Genovese, Vincent Gigante. Rimasto leggermente ferito alla testa e ormai stufo delle attività mafiose, Costello decise di "ritirarsi in pensione" lasciando il posto di boss della Famiglia a Vito Genovese.


L'era Genovese 

Diventato il nuovo boss, Genovese ristruttura la cosca e nomina
famiglia genovese
VITO GENOVESE
vicecapo Jerry Catena, e consigliere Michele Miranda. Assieme ad altri boss organizza la famosa riunione di Appalachin. Nel 1959 fa assassinare Anthony Carfano, potente capodecina e suo potenziale rivale, deciso a prendere il suo posto alla guida della Famiglia. Pochi mesi dopo Genovese viene accusato di essere uno dei capi del traffico di eroina e condannato a 15 anni di prigione. Pur continuando a comandare dal carcere, Genovese forma un pannello di commissione per il controllo degli affari della Famiglia, formato dai suoi fedelissimi. Nomina Anthony Strollo reggente, coadiuvato da Jerry Catena, Michele Miranda, e da Thomas Eboli e Philip Lombardo, i capidecina più fidati.
Nel 1962 dal carcere ordina l'omicidio di Strollo. Anthony Strollo, uscito dalla sua casa nel New Jersey, scompare di "lupara bianca" e il suo corpo non verrà mai più ritrovato. Al posto di Strollo, come reggente viene nominato Thomas Eboli.
Sempre nel 1962 Joe Valachi, soldato e autista di Genovese, detenuto insieme a lui nella stessa cella nel penitenziario di Atlanta, durante l'ora d'aria nel cortile uccise un altro detenuto a sprangate. Valachi credeva in realtà che l'uomo da lui assassinato fosse Joseph Di Palermo, un "uomo d'onore" della Famiglia Lucchese, incaricato di uccidere Valachi su ordine di Genovese, che pensava di essere tradito.
Valachi fu convinto dalle autorità a testimoniare per la prima volta contro la mafia, svelando i segreti di Cosa nostra alle autorità. Genovese fu ritenuto dagli altri boss il responsabile di questa pubblicità indesiderata.



La morte di Genovese e i boss di facciata

Nel 1969 Genovese muore di cause naturali in prigione e il boss ufficiale della Famiglia diviene Philip Lombardo. Questi, tuttavia, per distrarre l'attenzione delle forze di polizia e dei boss rivali, decise assieme a Catena e Miranda di creare un "boss di facciata". Boss di facciata era Thomas Eboli, ma dietro le quinte continuava a comandare Lombardo, che segretamente stava istruendo alla successione un suo pupillo, l'ex guardaspalle di Genovese e ora capodecina Vincent Gigante.
Nel 1972 Thomas Eboli, appena uscito dalla casa della sua amante, venne assassinato. L'ordine era stato dato da Carlo Gambino, per la mancata restituzione di un prestito di 4 milioni di dollari, derivante dal traffico di droga. A sostituire Eboli come boss di facciata fu il capodecina Frank Tieri, sostenuto da Carlo Gambino, suo grande amico, ma a comandare dietro le quinte c'era sempre Lombardo. Questa tattica ebbe grande successo nell'ingannare e confondere le forze dell'ordine.
Sempre nel 1972, Michele Miranda e Jerry Catena si ritirano dalle attività mafiose. Miranda morirà per cause naturali un anno dopo. Lombardo nomina Vincent Gigante vicecapo e Anthony Salerno consigliere, con Tieri sempre come boss di facciata. Nel 1980 i vertici della Famiglia Tieri, Gigante e Salerno, su ordine di Lombardo, manipolano alcuni capidecina della Famiglia di Filadelfia, convincendoli ad uccidere il loro boss Angelo Bruno. Bruno si opponeva alla Famiglia Genovese, che ad Atlantic City cercava di prendere il controllo di alcuni casinò e dei vari racket legati al gioco d'azzardo, controllati proprio dalla Famiglia di Filadelfia. Dopo una sanguinosa faida interna per il controllo della cosca di Filadelfia, Nicky Scarfo sostenuto dai Genovese diventa il nuovo boss, dando il permesso a Lombardo, Gigante e soci di operare ad Atlantic City.
Nel 1981, Frank Tieri venne arrestato e condannato grazie alla legge RICO; un mese dopo morì di cause naturali. A sostituire Tieri come boss di facciata, Lombardo nomina Salerno. Alla fine del 1982, anche Philip Lombardo decise di ritirarsi nella sua residenza in Florida e nominò come boss ufficiale Gigante. Salerno fu il boss di facciata della Famiglia fino al 1986, anno in cui fu condannato a 100 anni di carcere assieme ad altri boss delle cinque famiglie.


The oddfather

Dal 1986 Vincent Gigante istituisce un metodo più rigoroso e segreto per comunicare con i suoi luogotenenti, creando il "boss di strada" o messaggero, con lo scopo di isolarsi dalle indagini di polizia. Gigante impartiva gli ordini al figlio Andrea o a qualcuno dei suoi fedelissimi. Per sfuggire alle incriminazioni incominciò a fingersi pazzo, e per questo motivo fu soprannominato The Oddfather, ovvero il padrino pazzo.
Gigante curava personalmente i suoi affari dal "Triangle Social Club", nel Greenwich Village, il quartiere dove era nato e risiedeva. Gli altri affari erano gestiti dal suo vicecapo V
enero Mangano, che operava a Brooklyn, dal consigliere Louis Manna, della fazione del New Jersey, e da altri quattro fidatissimi capidecina. Nel 1985 Paul Castellano, capo della Famiglia Gambino e alleato di Gigante, era stato ucciso dagli uomini di John Gotti senza il permesso della commissione. Così Gigante cospirò l'omicidio di Gotti assieme al capo Vittorio Amuso e al vicecapo della Famiglia Lucchese, Anthony Casso. Il 13 aprile 1986 fu piazzata un'autobomba nell'auto di Gotti, ma lo stesso Gotti si salvò, mentre a morire fu il suo vicecapo Frank DeCicco .
Dalla fine degli anni ottanta all'inizio degli anni novanta Gigante mantiene il controllo della Famiglia con il pugno di ferro, ordinando gli omicidi di diversi uomini d'onore. All'inizio degli anni novanta, Sammy Gravano, vicecapo dei Gambino, decide di collaborare con la giustizia e, oltre a testimoniare contro Gotti e i leader della sua Famiglia, accusa anche Gigante di essere il capo della Famiglia Genovese. Nel corso degli anni novanta, ci saranno altri pentiti che accuseranno Gigante. Nel 1997 Gigante viene considerato sano di mente dagli psichiatri dell'FBI e viene condannato a 12 anni di carcere federale, dove continuerà a comandare fino alla sua morte, avvenuta per attacco cardiaco il 19 dicembre 2005 nel carcere di Springfield, Missouri.





Attuale leadership della famiglia

daniel di leo
Daniel Di Leo
Alla metà degli anni novanta, a causa di numerosi pentiti, molti importanti membri della Famiglia Genovese come il vicecapo Venero Mangano, consigliere Louis Manna, i capidecina Liborio Bellomo, James Ida, sono stati condannati a lunghe pene detentive. Nonostante i numerosi arresti, la Famiglia Genovese resta una delle più potenti famiglie mafiose di New York e d'America, con una forza di circa 270 affiliati e decine e decine di associati. Alla morte di Gigante nel 2005 ci sono stati diversi Boss reggenti, ma gli esperti sostengono che dal marzo 2005 il vero Boss sia Daniel Leo, attualmente in carcere e condannato a cinque anni per estorsioni e usura. Il vicecapo sarebbe sempre l'anziano Venero Mangano, che guiderebbe la fazione di Brooklyn. Consigliere è Lawrence Dentico, che guiderebbe la fazione della Famiglia del New Jersey; condannato per racket, estorsioni e usura, Dentico è stato rilasciato il 12 maggio 2009.
Nel luglio 2008 il capodecina Liborio Bellomo, pupillo di Gigante, è stato rilasciato dopo 12 anni di carcere. Le autorità sostengono che sarà uno dei probabili boss della Famiglia assieme ad uno dei suoi principali rivali, il capodecina Tino Fiumara, leader della fazione del New Jersey, anche lui ex fedelissimo di Gigante. Nonostante gli arresti, la Famiglia Genovese mantiene ancora tutto il potere e l'influenza, non solo a New York e nel New Jersey, ma anche ad Atlantic City, in Florida e in California, rimanendo la più potente Famiglia mafiosa di New York e vantando solidi legami con le cosche siciliane.


Boss della Famiglia

1931 - 1946 Lucky Luciano, arrestato nel 1936, ed espulso in Italia nel 1946
1936 - 1946 Frank Costello, Boss reggente su delega di Luciano
1946 - 1957 Frank Costello, Boss ufficiale dopo l'espulsione dagli Stati Uniti di Lucky Luciano
1957 - 1969 Vito Genovese, arrestato nel 1959, e morto in carcere nel 1969
1959 - 1962 Anthony Strollo, Boss reggente, scomparso di lupara bianca nel 1962, su ordine di Genovese
1962 - 1972 Thomas Eboli, Boss reggente fino al 1965 e Boss di facciata fino al 1972, anno in cui fu assassinato
1969 - 1981 Philip Lombardo, Boss ufficiale, utilizzò come Boss di facciata prima Eboli e poi Tieri si ritirò nel 1981
1972 - 1981 Frank Tieri, Boss di facciata, morto nel 1981
1981 - 1986 Anthony Salerno, Boss di facciata, arrestato e condannato all'ergastolo nel 1986, in realtà a detenere il potere era Vincent Gigante
1981 - 2005 Vincent Gigante, Boss ufficiale dal 1981 utilizzò Salerno come Boss di facciata fino al 1986, arrestato nel 1997, morì in carcere nel 2005
1997 - 2005 Dominick Cirillo, Boss reggente su delega di Gigante fino al 1998 e Boss di facciata fino al 2005
1998 - 2005 Matthew Iannello, Boss reggente su delega di Gigante
2005 - 2008 Mario Gigante, Boss di facciata su delega del fratello Vincent mentre si trovava in prigione
2005 - Attualmente Daniel Leo, condannato nel 2007 a 5 anni di carcere, presunto attuale Boss della famiglia.

sabato 23 febbraio 2013

GUERRA CASTELLAMMARESE





La Guerra castellammarese

(1930 - 1931) è stata una sanguinosa guerra di mafia italo-americana per la conquista della leadership combattuta, a New York, tra la famiglia mafiosa dei Maranzano e quella dei Masseria. La guerra ebbe termine quando Salvatore Maranzano divenne capo di tutti capi. In seguito, dopo la sua uccisione la mafia americana si dotò di un organo collegiale di comando formato da uomini delle cinque principali famiglie mafiose.

Joe Masseria

Salvatore Maranzano




















L'aggettivo "castellammarese" dato a questa guerra deriva dal paese di Castellammare del Golfo, in Sicilia. Negli Stati Uniti il leader della famiglia castellammarese era Salvatore Maranzano, facevano parte di questa famiglia Joseph "Joe Bananas" Bonanno e Stefano "The Undertaker" Magaddino, alleati a Joseph Profaci e Joe Aiello.
La fazione opposta contava gangster provenienti da altre parti della Sicilia, dalla Calabria e dalla Campania, da Napoli in particolare. Leader di questa fazione era Joe "The Boss" Masseria. Ne facevano parte: Alphonse Capone, Charles "Lucky" Luciano, Albert "Mad Hatter" Anastasia, Vito Genovese, Al Mineo (Alfredo Manfredi), Willie Moretti, Joe Adonis e Frank Costello
Apparentemente la guerra è una lotta di potere tra le due famiglie, in realtà essa fu frutto di un conflitto generazionale tra la vecchia leadership conosciuta negli Stati Uniti come "Mustache Pete" (a causa dei lunghi baffi e che indicava i membri della mafia siciliana arrivati adulti negli Usa agli inizi del '900) e gli "Young Turkes", più giovani e provenienti da diverse parti dell'Italia.
La tensione tra i due gruppi era evidente già nel 1928 quando entrambi i gruppi si rubavano a vicenda i carichi di alcol (il cui commercio era proibito all'epoca). La guerra si caratterizzò in seguito per i continui cambiamenti di fronte dei gangster delle rispettive famiglie.
È difficile individuare un punto preciso in cui possa dirsi iniziata la guerra. Nel febbraio del 1930 Masseria fu sospettato di avere ordinato la morte di Gaspare Milazzo, leader della Unione Siciliana di Detroit. Si affermò che Masseria si sentiva umiliato dal rifiuto di Milazzo di supportarlo all'interno della Unione Siciliana in una disputa che coinvolgeva il Chicago Outfit (un'organizzazione criminale) e Al Capone.
In accordo con molte fonti, tuttavia, l'inizio della guerra si può far risalire all'interno della famiglia Masseria. Il 26 febbraio 1930 Masseria ordinò l'uccisione di un altro alleato, Gaetano Reina, poiché faceva il doppio gioco con Maranzano.
funerale di maranzano

Funerale di Maranzano

Il 15 agosto 1930, i castellammaresi uccidono Giuseppe Morello, un alleato di Masseria nel suo ufficio a "East Harlem" (con lui viene ucciso anche un visitatore, Giuseppe Pariano). Due settimane dopo Masseria subisce un altro colpo: Joseph Pinzolo, incaricato del racket della distribuzione del ghiaccio, viene ucciso da un sicario della famiglia Reina. Dopo questi due omicidi la famiglia Reina era formalmente alleata dei castellammaresi.
Il 23 ottobre 1930, Joe Aiello, alleato dei castellammaresi e presidente dell'Unione Siciliana di Chicago, venne ucciso su ordine di Al Capone e Joe Masseria.
Il 5 novembre del 1930 Alfredo "Al Mineo" Manfredi e Steve Ferrigno, entrambi della famiglia di Masseria vengono uccisi. È a questo punto che diversi membri della gang di Masseria passano con Maranzano, rendendo più labile la definizione "castellammaresi contro non-castellammaresi". Il 3 febbraio 1931 un altro importante luogotenente di Masseria viene colpito: Joseph Catania, che muore due giorni dopo.
Poiché la guerra volgeva a loro sfavore Luciano e Genovese iniziano una trattativa con Maranzano. L'accordo prevede la cessazione delle ostilità a fronte del loro tradimento verso Masseria. Il 15 aprile 1931, Masseria viene ucciso mentre si trova in un ristorante a Coney Island, Brooklyn. Il commando omicida era composto da: Anastasia, Adonis, Genovese e Benjamin "Bugsy" Siegel; Ciro "The Artichoke King" Terranova guidava l'auto per la fuga.
Con la morte di Masseria ebbe termine la guerra di mafia. Maranzano, il vincitore, decide di porre in essere una serie di azioni per evitare future e autodistruttive sanguinose guerre.

morte di jOE masseria ORDINATO DA LUCKY LUCIAnO

L'assasinio di Joe Masseria ordinato da Lucky Luciano

Taluni di questi cambiamenti sussistono tutt'oggi.
Eccetto che per New York che fu divisa tra cinque famiglie, le maggiori aree urbane del Nordest e del Midwest furono organizzate con una sola famiglia per città. I castellammaresi come Bonanno e Profaci si divisero tra le famiglie e cessarono di esistere come fazione separata. Maranzano assunse il ruolo di "capo dei capi".
Il regno di Maranzano e il suo ruolo di capo dei capo ebbe vita breve. Il 10 settembre del 1931 fu pugnalato a morte su ordine di Lucky Luciano. 




lunedì 18 febbraio 2013

VITO GENOVESE


Vito Genovese

nacque a Risigliano, frazione di Tufino, un piccolo paese dell'agro nolano nella provincia di Napoli, il 27 novembre 1897. Nel 1912 Genovese emigrò negli Stati Uniti d'America con la famiglia, stabilendosi prima nel Queens e poi a Little Italy, nel distretto di Manhattan; fu qui che si unì alle bande di «cumparielli» napoletani che imponevano con la violenza il pagamento della "protezione" e gestivano le lotterie illegali all’interno della comunità italiana. Nel 1917 Genovese venne arrestato per possesso illegale di arma da fuoco e condannato a due mesi di carcere.
Durante il Proibizionismo, Genovese si unì alla banda del gangster Lucky Luciano, venendo coinvolto nello sfruttamento della prostituzione e nel contrabbando di alcolici e stupefacenti; Luciano era anche associato al mafioso siciliano Giuseppe "Joe" Masseria: nel 1930, come killer, Genovese uccise il boss Gaetano Reina per volere di Luciano, che aveva ricevuto l'ordine da Masseria stesso. Nel 1931 Luciano organizzò l'assassinio di Joe Masseria per porre fine alla cosiddetta «Guerra castellammarese»: Genovese faceva parte della squadra di killer che uccise Masseria mentre pranzava al ristorante Scarpato's a Coney Island. Dopo l'assassinio di Masseria, Luciano cercò la pace con Salvatore Maranzano, capo della fazione opposta, che si fece nominare «capo dei capi»; Maranzano però considerava pericoloso Luciano per via dei suoi stretti legami con gangster non-siciliani, specialmente con Genovese, che era spregiativamente detto «il napoletano» dai mafiosi siciliani; infatti Maranzano assunse il killer Vincent "Mad Dog" Coll per eliminare Luciano e Genovese. Il 10 settembre 1931 Maranzano convocò Luciano e Genovese nel suo ufficio a Park Avenue ma, al loro posto, si presentarono quattro killer ebrei travestiti da agenti del Fisco, i quali pugnalarono Maranzano e lo finirono a colpi di pistola: in realtà i killer ebrei erano stati assoldati dal gangster Meyer Lansky, membro della banda di Luciano.
Vito Genovese con Salvatore Giuliano
Dopo l'uccisione di Maranzano, Luciano creò una nuova «Famiglia» che sostituì quella di Joe Masseria (famiglia genovese), in cui Genovese fu nominato vicecapo mentre Frank Costello, l'altro luogotenente di Luciano, fu nominato "consigliere". Nel 1936 Luciano venne arrestato per sfruttamento della prostituzione e condannato dai trenta ai cinquant'anni di carcere: Genovese divenne così il nuovo capo effettivo della Famiglia e supervisore degli interessi di Luciano. Ma nel 1937 Genovese venne accusato di aver ordinato l'omicidio del gangster Ferdinando "Fred" Boccia, che era stato assassinato perché aveva preteso per sé una grossa somma che lui e Genovese, barando al gioco, avevano sottratto ad un commerciante; per evitare il processo, Genovese fuggì in Italia, dove si stabilì a Nola. Tramite le sue frequentazioni, conobbe il duce Benito Mussolini, di cui divenne un carissimo amico, e altri gerarchi fascisti, finanziando anche la costruzione di una "Casa del Fascio" a Nola; inoltre Genovese divenne il fornitore regolare di cocaina di Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini.
Nel 1943 Genovese venne scelto come aiutante e interprete dal colonnello Charles Poletti (lo sbarco in Sicilia), comandante delle truppe alleate di stanza nella Napoli liberata dai nazisti; fu in questo periodo che Genovese prosperò con il mercato nero di generi alimentari, grazie anche all'appoggio e alla corruzione delle autorità militari. Tuttavia nel 1945 la polizia militare alleata arrestò Genovese per contrabbando e lo estradò negli Stati Uniti perché ancora ricercato per l'omicidio del gangster Boccia; però nello stesso periodo Peter La Tempa, un testimone che aveva accusato Genovese dell'omicidio, venne avvelenato mentre si trovava in custodia protettiva e, per questo, le accuse decaddero: Genovese tornò in libertà l'11 giugno 1946.




Dopo la scarcerazione, Genovese decise di ristabilire il suo dominio in seno alla Famiglia a svantaggio di Frank Costello, che era diventato boss effettivo dopo che Luciano era stato espulso dagli Stati Uniti; per queste ragioni, nel 1951 Genovese istigò la «Commissione» ad ordinare l'assassinio di Willie Moretti, il vicecapo di Costello il quale si diceva stesse parlando troppo dinanzi la commissione d'inchiesta del senatore Estes Kefauver, violando il codice dell'omertà. Fu in questo periodo che Genovese si associò con Carlo Gambino, capodecina della Famiglia del boss Albert Anastasia: il loro scopo era quello di eliminare Costello e Anastasia per rilevarne le rispettive Famiglie.
Poco dopo il rilascio di Costello dal carcere nel 1957, Genovese inviò il suo soldato Vincent Gigante ad ucciderlo: il 2 maggio 1957 Gigante sparò a Costello, che però rimase ferito di striscio alla testa e si salvò, decidendo di ritirarsi e lasciare il posto a Genovese. Pochi mesi dopo, lui e Gambino ordinarono l'omicidio di Anastasia ed organizzarono un incontro ad Apalachin, nello Stato di New York, a cui parteciparono i rappresentanti di tutte le Famiglie degli Stati Uniti per discutere sulla successione di Genovese nel comando della Famiglia di Costello e di Gambino nel comando di quella di Anastasia, ma la riunione fu scoperta dalla polizia locale, che fermò parte dei partecipanti, compreso Genovese, che però venne rilasciato perché non vi era alcuna prova per trattenerlo.




Genovese, ottenuto il comando della Famiglia, scelse Gerardo "Jerry" Catena come vicecapo e Michele Miranda come consigliere; nel 1958 però Genovese venne arrestato per traffico di stupefacenti, venendo condannato a quindici anni di carcere e trasferito nel penitenziario di Atlanta. Anche dalla prigione, Genovese continuò a gestire la sua Famiglia attraverso Catena e Miranda; Nel 1962 Genovese ordinò dal carcere che il suo capodecina Anthony Strollo fosse fatto sparire e ucciso, poiché sospettava che avesse ordito un complotto che lo aveva fatto arrestare. Nello stesso periodo, Joe Valachi, un soldato di Genovese, finì pure nel penitenziario di Atlanta per traffico di stupefacenti, venendo accusato dai suoi compagni di essere un informatore della polizia; Valachi, dopo essere sopravvissuto a tre attentati alla sua vita in prigione, uccise un detenuto che credeva fosse stato mandato da Genovese ad ucciderlo. Condannato all'ergastolo per questo omicidio, Valachi decise di collaborare con la giustizia, testimoniando contro Genovese e l'intera organizzazione dinanzi una commissione d'inchiesta e diventando così il primo mafioso a collaborare con la giustizia.

vito genovese carcere springfield 1968
Carcere di Springfield 1968
Vito Genovese morì nel carcere di Springfield (Missouri) il 14 febbraio 1969, per un attacco di cuore all'età di 72 anni.