Vito Genovese
nacque a Risigliano, frazione di Tufino, un piccolo paese dell'agro nolano nella provincia di Napoli, il 27 novembre 1897. Nel 1912 Genovese emigrò negli Stati Uniti d'America con la famiglia, stabilendosi prima nel Queens e poi a Little Italy, nel distretto di Manhattan; fu qui che si unì alle bande di «cumparielli» napoletani che imponevano con la violenza il pagamento della "protezione" e gestivano le lotterie illegali all’interno della comunità italiana. Nel 1917 Genovese venne arrestato per possesso illegale di arma da fuoco e condannato a due mesi di carcere.
Durante il Proibizionismo, Genovese si unì alla banda del gangster Lucky Luciano, venendo coinvolto nello sfruttamento della prostituzione e nel contrabbando di alcolici e stupefacenti; Luciano era anche associato al mafioso siciliano Giuseppe "Joe" Masseria: nel 1930, come killer, Genovese uccise il boss Gaetano Reina per volere di Luciano, che aveva ricevuto l'ordine da Masseria stesso. Nel 1931 Luciano organizzò l'assassinio di Joe Masseria per porre fine alla cosiddetta «Guerra castellammarese»: Genovese faceva parte della squadra di killer che uccise Masseria mentre pranzava al ristorante Scarpato's a Coney Island. Dopo l'assassinio di Masseria, Luciano cercò la pace con Salvatore Maranzano, capo della fazione opposta, che si fece nominare «capo dei capi»; Maranzano però considerava pericoloso Luciano per via dei suoi stretti legami con gangster non-siciliani, specialmente con Genovese, che era spregiativamente detto «il napoletano» dai mafiosi siciliani; infatti Maranzano assunse il killer Vincent "Mad Dog" Coll per eliminare Luciano e Genovese. Il 10 settembre 1931 Maranzano convocò Luciano e Genovese nel suo ufficio a Park Avenue ma, al loro posto, si presentarono quattro killer ebrei travestiti da agenti del Fisco, i quali pugnalarono Maranzano e lo finirono a colpi di pistola: in realtà i killer ebrei erano stati assoldati dal gangster Meyer Lansky, membro della banda di Luciano.
Vito Genovese con Salvatore Giuliano |
Nel 1943 Genovese venne scelto come aiutante e interprete dal colonnello Charles Poletti (lo sbarco in Sicilia), comandante delle truppe alleate di stanza nella Napoli liberata dai nazisti; fu in questo periodo che Genovese prosperò con il mercato nero di generi alimentari, grazie anche all'appoggio e alla corruzione delle autorità militari. Tuttavia nel 1945 la polizia militare alleata arrestò Genovese per contrabbando e lo estradò negli Stati Uniti perché ancora ricercato per l'omicidio del gangster Boccia; però nello stesso periodo Peter La Tempa, un testimone che aveva accusato Genovese dell'omicidio, venne avvelenato mentre si trovava in custodia protettiva e, per questo, le accuse decaddero: Genovese tornò in libertà l'11 giugno 1946.
Dopo la scarcerazione, Genovese decise di ristabilire il suo dominio in seno alla Famiglia a svantaggio di Frank Costello, che era diventato boss effettivo dopo che Luciano era stato espulso dagli Stati Uniti; per queste ragioni, nel 1951 Genovese istigò la «Commissione» ad ordinare l'assassinio di Willie Moretti, il vicecapo di Costello il quale si diceva stesse parlando troppo dinanzi la commissione d'inchiesta del senatore Estes Kefauver, violando il codice dell'omertà. Fu in questo periodo che Genovese si associò con Carlo Gambino, capodecina della Famiglia del boss Albert Anastasia: il loro scopo era quello di eliminare Costello e Anastasia per rilevarne le rispettive Famiglie.
Poco dopo il rilascio di Costello dal carcere nel 1957, Genovese inviò il suo soldato Vincent Gigante ad ucciderlo: il 2 maggio 1957 Gigante sparò a Costello, che però rimase ferito di striscio alla testa e si salvò, decidendo di ritirarsi e lasciare il posto a Genovese. Pochi mesi dopo, lui e Gambino ordinarono l'omicidio di Anastasia ed organizzarono un incontro ad Apalachin, nello Stato di New York, a cui parteciparono i rappresentanti di tutte le Famiglie degli Stati Uniti per discutere sulla successione di Genovese nel comando della Famiglia di Costello e di Gambino nel comando di quella di Anastasia, ma la riunione fu scoperta dalla polizia locale, che fermò parte dei partecipanti, compreso Genovese, che però venne rilasciato perché non vi era alcuna prova per trattenerlo.
Carcere di Springfield 1968 |
Vito Genovese morì nel carcere di Springfield (Missouri) il 14 febbraio 1969, per un attacco di cuore all'età di 72 anni.
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